LA CITTADELLA di Archibald Joseph Cronin

Traduttore: C. Coardi

Editore: FABBRI

Collana: La grande biblioteca

Su licenza

Editore: Bompiani

Collana: I grandi tascabili

Anno edizione:1994

Pagine: 366 p.

EAN: 9788845246821

Sebbene A. J. Cronin sia un autore ormai considerato “classico”, non mi era mai capitato di leggere alcuno dei suoi scritti, quindi quando è stato scelto questo romanzo per uno degli incontri del club di lettura di cui sono membro, sono stata ben felice di leggere qualcosa della sua produzione.

Dopo le prime pagine, però,  mi sono pentita di questa decisione, il libro è estremamente lento, con abbondanti tecnicismi medici (troppi anche per chi, come me, vede da quindici anni il medical drama “Grey’s Anatomy!) e per di più la traduzione italiana, a cura di Carlo Coardi risulta tremendamente obsoleta, con una terminologia antiquata. Di contro, la trama è molto interessante e il romanzo risulta essere abbastanza piacevole.

È una storia che sa di autobiografico, il protagonista, infatti, è un giovane medico scozzese che il lettore seguirà nel corso del tempo, dal suo primo impiego in poi. Il romanzo è suddiviso in quattro parti che corrispondono ai quattro distinti momenti della vita lavorativa del protagonista, quattro impieghi diversi, quattro città differenti.

Il libro inizia, quindi, quando Manson, neolaureato, incomincia il suo primo lavoro. Arriva in una cittadina mineraria del Galles del sud. Si rende subito conto della dicotomia esistente tra la teoria studiata all’università e le difficoltà della pratica della sua professione, dell’inutilità delle medicine e dell’abuso delle prescrizioni mediche. È giovane ed idealista e non scende a patti con nessuno. Ogni volta deciderà di cambiare lavoro e città proprio per evitare di “vendere l’anima al diavolo”. Consolazione della sua vita saranno l’appoggio della moglie e di due amici-colleghi fidati, oltre che la stima dei suoi pazienti, che conquisterà con tanta fatica.

Si dedica, oltre al consueto lavoro di medico, ad una sua personale ricerca con la quale stabilisce una relazione tra l’estrazione mineraria e i danni polmonari provocati dalle polveri inalate dai minatori. In effetti l’autore fu ispettore medico delle miniere e pubblicò un’importante indagine di carattere medico sui rischi professionali dell’industria estrattiva.

Trasferitosi a Londra, Manson, il protagonista del romanzo, inizia la libera professione. Nel momento in cui ingrana, anche grazie all’aiuto dei commercianti della zona, viene sedotto dall’idea di facili guadagni, curando ricchi clienti e propinando loro medicine inutili. “Vende l’anima al diavolo”, le stesse idee che aveva precedentemente combattuto ora le accetta e le sostiene. Stringe amicizia e si allea ad un gruppo di medici senza scrupoli che lo porterà ad arricchirsi. All’agiatezza economica fa da contraltare una povertà di valori che via via il protagonista smarrirà e con questi perderà anche la stima della persona più importante, la moglie Christine.

Il romanzo ha una sua morale, per cui ci sarà un ritorno ai principi e ai valori primordiali del protagonista, un ritorno agli antichi ideali e alle originarie virtù, ma dovrà affrontare delle esperienze dolorose prima di giungervi. Non volendo, come sempre, svelare il finale sono già abbondantemente andata oltre…

Sebbene non sia scritto in maniera semplice e quindi, soprattutto nella prima parte, non sia molto scorrevole è un bel romanzo, ben scritto, che consiglierei a tutti.

Una curiosità, infine, la sua pubblicazione ha contribuito alla decisione di realizzare il National Health Service (servizio sanitario nazionale) in Gran Bretagna in quanto metteva in luce le ingiustizie e l’incompetenza della pratica medica di quei tempi, quindi, l’intento sociale del libro è stato pienamente raggiunto dall’autore, la critica contenuta in esso estremamente costruttiva.

VOTO: 7/10

 

“ […]tese ancor più riluttante l’orecchio quando scivolò nella musica, e in seguito, per virtù d’uso degli acrobatici salti di Challis, nella letteratura russa. Digrignò quasi i denti quando udì menzionare i nomi di Tolstoi, Cechov, Turgenev, Puškin. Tutte affettazioni, diceva rabbiosamente tra sé e sé, vorrei vederlo quel vecchio talpone, col suo Puškin, eseguire una tracheotomia!”

 

 

 

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